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Federico III d’Absburgo. Medaglia 1469

Currency:EUR Category:Coins & Paper Money / US Coins Start Price:6,000.00 EUR Estimated At:7,500.00 - 9,375.00 EUR
Federico III d’Absburgo. Medaglia 1469
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Medaglie e placchette. Federico III d’Absburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, 1452-1493. Medaglia 1469. per la distribuzione delle patenti nobiliari a Roma (opus: Bertoldo di Giovanni), fusione in argento 65,29g. Ø 57 mm. FREDIRICVS TERCIVS ROMANORVM IMPERATOR SEMPER AVGVSTVS Busto a s., con berretto e mantello. Rv. Federico, con la spada sguainata, stante a cavallo sul ponte di S. Angelo alla presenza del Papa, anch’egli a cavallo, di Cardinali e numerosi armigeri, ordina nuovi cavalieri. Ai lati del ponte, due putti sostengono ghirlande e festoni. Sull’architrave del ponte: CXXII EQVITE-CREAT RALEN / DI (sic!) IANVARI-MCCCCLXIX. Hill 912 (bronzo). Kress 249 (bronzo). Vannel Toderi Bargello 299-302 (bronzo). Della più grande rarità, apparentemente unica. Spl / q. Spl Ex asta Cahn ottobre 1908, 2. ’imperatore Federico III giunse a Roma la notte di Natale del 1468 per prendere accordi col Papa. Il primo gennaio 1469 assisté alla messa in San Giovanni in Laterano, poi si recò in Vaticano fermandosi per circa un’ora su ponte S. Angelo dove distribuì patenti di nobiltà. “Il 9 gennaio 1469, di buon mattino, l’imperatore partì da Roma senza pompe. Aveva dispensato a larghe mani diplomi di onorificenze, e durante il viaggio verso casa sua, continuò a distribuirne con molto lucro”. (Gregorovius). Bertoldo di Giovanni-nacque intorno al 1420 e nel 1455 entrò nella bottega di Donatello, dove rimase fino al 1466, anno della morte del maestro, di cui fu erede e continuatore dell’opera. Entrò a far parte della cerchia di artisti legati ai Medici, e fu il maestro di Michelangelo. Si spense nel 1491. Scrive il Vasari: “ Teneva in quel tempo il magnifico Lorenzo de’ Medici, nel suo giardino in piazza San Marco Bertoldo scultore, non tanto per custode o guardiano di molte belle anticaglie che in quello aveva ragunate e raccolte con grande spesa, quanto perché, desiderando egli sommamente di creare una scuola di pittori e di scultori eccellenti, voleva che egli avessero per guida e per capo il sopraddetto Bertoldo che era discepolo di Donato; ed ancorché è fusse sì vecchio che non potesse più operare, era niente di manco maestro molto pratico e molto reputato, non solo per avere diligentissimamente rinettato il getto de pergami di Donato suo maestro, ma per molti getti ancora che egli aveva fatti di bronzo di battaglie e di alcune altre cose piccole, nel magisterio delle quali non si trovava allora in Firenze chi lo avanzasse. Dolendosi dunque Lorenzo, che amor grandissimo portava alla pittura ed alla scultura, che nei suoi tempi non si trovassero scultori celebrati e nobili, come si trovavano molti pittori di grandissimo pregio e fama. deliberò, come io dissi, di fare una scuola; e per questo chiese a Domenico Ghirlandai, che , se in bottega sua avesse de’ suoi giovani che inclinati fussero a ciò, gl’inviasse al giardino dove egli desiderava di esercitargli e creargli in una maniera, che onorasse sé e lui e la città sua. La onde da Domenico gli furono per ottimi giovani dati, fra gli altri, Michelagnolo e Francesco Granaccio”.