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Grande cammeo ovale in agata variegata bianco-beige e grigio-bruna, primo quarto del IV secolo d.C.

Currency:EUR Category:Coins & Paper Money / Coins: Ancient Start Price:90,000.00 EUR
Grande cammeo ovale in agata variegata bianco-beige e grigio-bruna, primo quarto del IV secolo d.C.
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Impero Romano. Grande cammeo ovale in agata variegata bianco-beige e grigio-bruna, primo quarto del IV secolo d.C. D/ Imperatore imberbe, diademato, corazzato e paludato, stante di fronte su quadriga trionfale, che tiene globo e scettro. Pubblicato da Martin Henig, 'A Cameo, Probably Depicting The Triumph of Licinius I in AD 313' in The Celator vol. 17, N.8, August 2003, pp. 38-39. g. 14.49 Diametri: 33x31mm. Spessore: 9mm. SPL. Il cammeo, che appare ad occhio nudo circolare, misura 33 x 31 mm. ed ha uno spessore massimo di 9 mm. Esso v® intagliato su di una pietra variegata bianco-beige e grigio-bruna, che puv= essere definita un‚Äôagata. La parte posteriore v® stata sottoposta ad una levigatura superficiale. Lo stato di conservazione dell‚Äôesemplare va giudicato eccellente, benchv® presenti una minima scheggiatura all‚Äôapice ed un leggero difetto nella parte sinistra della base. La faccia anteriore della pietra mostra un giovane imperatore imberbe stante di fronte su un carro trainato da quattro cavalli che, due per lato, si impennano sulle zampe posteriori. Il tipo deriva dalle rappresentazioni del dio Sole sul suo carro (cfr. Kent 1978, p.320, n.550, p.143, una moneta di Probo emessa circa nel 280 d.C.). L‚Äôimperatore indossa corazza e paludamentum, la cui estremitv† posteriore fluttua a destra. Egli ha un semplice diadema sulla fronte, che conferisce al suo capo una forma squadrata; tiene un globo con la mano destra e uno scettro con la sinistra. Lo stile con cui v® rappresentato l‚Äôimperatore v® tipico del periodo della tetrarchia; il suo aspetto ricorda quello delle statue di porfido dei quattro tetrarchi a Venezia e ancora di pivp quelle in Vaticano (Kleiner 1992, pp.401-404, figg.366-9), dai corpi tozzi e dalle teste massicce. Essi tengono gli stessi globi. Purtroppo conosciamo un solo cammeo con un gruppo tetrarchico, un calcedonio nel Dumbarton Oaks Museum; esso mostra i busti affiancati di fronte di due tetrarchi , variamente identificati come Diocleziano e Massimiano o come Massimiano e Massenzio. Essi sono privi di diademi ma la conformazione delle loro teste non v® dissimile da quella del nostro cammeo; ciascuno indossa una clamide allacciata con una fibula sulla spalla sinistra (cfr. Richter 1971, pp.120-121, n¬8594; Weitzmann 1979, pp.11-12, n¬84). Per quanto riguarda l‚Äôiconografia, esiste una stretta analogia con un cammeo molto pivp grande, una sardonice a tre strati di 68 x 84 mm. conservata nel Cabinet de Medailles di Parigi. Esso raffigura il trionfo di un imperatore del tardo impero stante di fronte sulla sua quadriga, nel quale Babelon ha creduto di riconoscere Licinio (Babelon 1897, pp.160-61 e tav.XXXVII, n¬8308); mentre pivp recentemente si v® preferito attribuirlo alla fine del V secolo (Fuhrmann 1967; Spier 1993, pp.45-6, fig.3.2). Su questa gemma l‚Äôimperatore tiene un globo nella mano sinistra ed una lancia nella destra; le personificazioni del Sole e della Luna presentano globi , mentre ai due lati ci sono Vittorie e a terra prigionieri accasciati sotto gli zoccoli dei cavalli. Le analogie tra le due rappresentazioni dell‚Äôimperatore in quadriga, ammettendo che i due cammei siano coevi, indurrebbero ad attribuirli alla medesima officina imperiale : la gemma di Parigi, di un livello superiore, destinata forse ad un alto ufficiale; la nostra ad un benemerito di rango leggermente inferiore. E‚Äô tuttavia necessaria molta prudenza. In primo luogo, la testa dell‚Äôimperatore di Parigi v® pivp allungata e le sue fattezze sono pivp simili a quelle di una ritratto di Costanzo II su un medaglione d‚Äôoro coniato ad Antiochia; esso rappresenta l‚Äôingresso trionfale dell‚Äôimperatore nella capitale su un carro fiancheggiato da Vittorie, proprio come il cammeo di Parigi (Kent 1978, p.334, n¬8676, tav.171). In secondo luogo, lo stile delle figure sembra pivp tardo della metv† del IV secolo, pivp vicino all‚Äôarte classicheggiante del cosiddetto rinascimento teodosiano che non alle pivp grossolane e vigorose sculture della tetrarchia. Esiste un altro cammeo che rappresenta un imperatore, questa volta visto di profilo, su una quadriga trionfale, al Metropolitan Museum of Art di New York (Richter 1971, p.122, n¬8599); la Vittoria sta dietro di lui, sul carro condotto da Virtus. Sopra c‚Äôv® Amore e a lato cammina un giovane, forse la personificazione di Honos. L‚Äôidentitv† dell‚Äôimperatore v® incerta, ma v® stato ipotizzato il nome di Costantino. Un altro cammeo conservato a Parigi merita di essere menzionato. Con un diametro di 34 mm. ha quasi le stesse dimensioni del nostro e mostra anch‚Äôesso un imperatore in quadriga.Tuttavia qui l‚Äôimperatore tiene una mappa, a indicare che presiede i giochi circensi. Esso v® identificato dalla iscrizione come Nerone (Babelon 1897, pp.149-50, tav. XXXII, n¬8287). Contro la tentazione di considerare questo cammeo precedente, se non addirittura del primo secolo, va osservato che il suo stile v® tardo-antico. Esso v® infatti contemporaneo ai medaglioni contorniati del IV secolo, forse proprietv† di un pagano amante del circo, nostalgico del buon tempo antico (Spier 1993, p.45). Con l‚Äôeccezione del cammeo del Dumbarton Oaks, gli altri esempi, tanto nella gliptica che nella numismatica, dimostrano quanto fosse viva la tradizione di rappresentare l‚Äôimperatore trionfante, tema che aveva le sue radici nel primo impero ma che raggiunse le sue massime espressioni nel IV secolo. Secondo Sabine McCormack (1981, pp.31-33) il periodo tetrarchico v® caratterizzato da un realismo misurato e contenuto, che precede l‚Äôevoluzione stilistica propria dell‚Äôarte ufficiale romana del IV secolo, che avrv† inizio a partire da Costantino. Il nostro cammeo mostra il realismo tetrarchico nel volto dell‚Äôimperatore, non particolarmente bello e segnato dalle preoccupazioni, e nell‚Äôassenza di divinitv† accompagnatrici. Non si puv= essere certi dell‚Äôidentitv† dell‚Äôimperatore, identificabile con pivp di un nome, da Diocleziano a Galerio, da Massimiano a Massenzio; ma una interessante e plausibile ipotesi puv= essere avanzata sulla base di un confronto con il ritratto di Licinio I su una coppa d‚Äôargento che fa parte del cosiddetto tesoro di Monaco, fabbricata circa nel 321-322, che celebra i quinquennalia di suo figlio (Overbeck 1973, p.23, n¬81; Kent e Painter 1977, pp. 20-21, n¬81). E‚Äô verosimile che il nostro cammeo raffiguri proprio Licinio dopo la vittoria riportata su Massimino ad Adrianopoli nell‚Äôaprile del 313. In questo caso, il nostro cammeo e non quello di Parigi, probabilmente pivp tardo, andrebbe dunque interpretato come il vero Trionfo di Licinio. Liberamente tradotto dall‚Äôarticolo di M. Henig A Cameo, Probably Depingting the Triumph of Licinius I in AD 313 su Celator Vol.17,No.8, August 2003, pp.38-39, che pubblichiamo integralmente con la relativa bibliografia.